Bibliografia

Il trombone 1982
Ricordi 1982 – “Mi propongo di esaminare la situazione attuale della tecnica trombonistica, quale è diventata in un continuo processo di ricerca ed evoluzione, soffermandomi sugli aspetti che ne ampliano il patrimonio tradizionale”

Jazz 2011

Auditorium 2011 – Che ruolo riveste l’improvvisazione nelle diverse espressioni della musica di oggi, jazz, etnica, colta, elettronica…? prova a spiegarlo Giancarlo Schiaffini con humour e competenza, attraverso le sue esperienze sul campo e alla luce della collaborazione con i maggiori protagonisti della scena musicale contemporanea: John Cage, Giacinto Scelsi, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Cecil Taylor, Anthony Braxton, Steve Lacy, Misha Mengelberg.

Tragicommedia 2015

Auditorium 2015 – In questo nuovo testo, che segue il fortunato “e non chiamatelo jazz”, Giancarlo Schiaffini utilizza le sue esperienze di compositore, esecutore e improvvisatore per celebrare l’ascolto come momento indispensabile di una fenomenologia del discorso musicale. La sua apertura all’intero universo sonoro, senza limiti alla curiosità o pregiudizi restrittivi, fa sì che queste esperienze musicali, da metà anni ’60 fino a oggi, abbiano come caratteristica principale l’eterodossia e l’ibridismo tra territori solitamente percepiti come distanti. Proprio questa convivenza di stili, in un universo poliedrico, rende la sua riflessione sull’ascolto una proposta di dialogo stimolante che invita tutti gli amanti della musica a un intelligente e riverberante rispecchiarsi. La tragicommedia dell’ascolto è la sostanza della vita musicale: cos’è il musicista, se non un essere capace d’agire ascoltando?

Immaginare 2017

Auditorium 2017 – Dopo aver affrontato il ruolo dell’improvvisazione nella musica moderna in “E non chiamatelo jazz” e aver celebrato l’ascolto quale momento indispensabile di una fenomenologia del discorso musicale in “Tragicommedia dell’ascolto”, completando una originale trilogia sulla musica del nostro tempo, in questo volume Giancarlo Schiaffini affronta le forme della composizione contemporanea – esperite in prima persona nella propria musica e a fianco dei più innovativi autori del novecento – in uno stile discorsivo adatto agli specialisti quanto al più curiosi appassionati di nuova musica.

Errore 2018

Haze 2019 – Attraverso un’agile riflessione sul significato di termini in apparenza comuni – come caso, ambiguità, indeterminatezza e creatività – l’autore spinge l’indagine già avviata nei suoi precedenti scritti a uno stadio ulteriore, ponendo particolare attenzione al concetto di “errore”, spesso non un semplice sbaglio, ma il vero punto di svolta capace di produrre utili, talvolta fondamentali suggerimenti nella ricerca scientifica come in quella artistica. Così, grazie a una serie di esempi e di aneddoti legati ai più disparati campi dell’attività umana, percepiamo tutta la vastità ma anche la libertà del nostro pensiero alle prese con la complessità dei processi e dei fenomeni comportamentali di tutti i giorni.

Una generazione fortunata (fronte)

 

 

 

 

 

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..”, diceva l’androide Roy Batty in Blade Runner di Ridley Scott (1982). Forse è meglio non esagerare, ma gli inizi del Rock’n’Roll, la Pop Art. il Beat, l’arte informale (Pollock, Rothko, Burri e molti altri). lo sviluppo e la differenziazione della musica contemporanea, compresa l’acquisizione dell’improvvisazione (Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza. New Phonic Art. AMM).

I romanzi di Salinger, Heller e Calvino, i Peanuts di Schulz, l’Happening. la tendenza del Jazz all’informale (la New Thing dal Free Jazz in poi), il design, gli urlatori e i cantautori. la musica creativa europea, l’interazione fra le diverse arti e molto altro ancora, furono tutti accadimenti del Secondo dopoguerra, principalmente fra gli anni ’50 e 60. Furono anni movimentati che posero le basi per ulteriori sviluppi e io avevo l’età giusta per esserne affascinato e un po’ confuso.