Ho veduto volare

Ciclista

Boccioni, Dinamismo di un Ciclista 1913 

Umberto Boccioni HO VEDUTO VOLARE Trittico per Boccioni

Musica: Giancarlo Schiaffini

Immagini a cura di Ilaria Schiaffini
Testo a cura di Silvia Schiavoni

Silvia Schiavoni: voce
Giancarlo Schiaffini: trombone e elettronica

“… Per quello che riguarda la nostra azione per un rinnovamento della coscienza plastica in Italia, il compito che ci siamo prefisso è quello di distruggere quattro secoli di tradizione italiana che hanno assopito ogni ricerca e ogni audacia, lasciandoci indietro sul progresso pittorico europeo. Vogliamo immettere nel vuoto che ne risulta tutti i germi di potenza che sono negli esempi dei primitivi, dei barbari d’ogni paese e nei rudimenti di nuovissima sensibilità che appaiono in tutte le manifestazioni antiartistiche della nostra epoca: café-chantant, grammofono, cinematografo, affiches luminose, architettura meccanica, grattacieli, dreadnoughts e transatlantici, vita notturna, vita delle pietre e dei cristalli, occultismo, magnetismo, velocità, automobili e aeroplani, ecc.

U. Boccioni, Fondamento plastico della scultura e pittura futuriste, 1913

sculture

Forme uniche della continuita’ nello spazio (Milano, 1913

Ho veduto volare. Trittico per Boccioni è uno spettacolo che intende proporre visioni di suono, o sonorità di immagini, intorno a Umberto Boccioni. Il testo cantato e recitato da Silvia Schiavoni, è costruito utilizzando scritti autobiografici, teorici, e letterari dell’artista, ma propone anche ponti di risonanze con voci della poesia italiana del tempo. Esso è parte integrante della musica, di Giancarlo Schiaffini, e delle immagini, curate da Ilaria Schiaffini, studiosa di Umberto Boccioni.

Con “trittico” indichiamo dunque non tanto una struttura tripartita quanto un dispiegarsi simultaneo di tre piani della visione, o di tre punti di vista, che guardano a Umberto Boccioni in modo del tutto individuale. Il risultato, come è naturale, non è sempre consonante, ma certo è risonante, e questo a Boccioni sarebbe piaciuto.

Ho veduto volare. Trittico per Boccioni, is a performance on visions of sound, or sound of visions, based on the works by Umberto Boccioni.
The text, written and performed by Silvia Schiavoni, is a careful collage of fragments belonging to the artist original writings, autobiographical, theorical and literary documents, that have been linked to examples of Italian poetry of the period.
The text must not be considered apart from the music, composed and performed by Giancarlo Schiaffini, and from the images, by Ilaria Schiaffini, a scholar of Boccioni.
The “triptych” in the title, therefore, would not mean a tripartition in the structure of the play, but a simutaneous display of three fields of vision, or of three different points of view, all focused on Umberto Boccioni, but all preserving their individual peculiarities. The result, naturally, is not always consonant, but it is surely resonant, and this is a feature that we hope Boccioni would have appreciated.

 

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